Brutto e dannoso

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Quando l’arte suo malgrado diventa brutta.

Da poco, in una rotonda nel comune di Belpasso è spuntata come per magia un’opera d’arte che forse nell’intenzione di chi l’ha collocata dovrebbe abbellire e fare arredo urbano.

Il problema è che l’opera d’arte (che può piacere o meno ma non è questo il punto) è stata collocata all’interno di una rotatoria per la circolazione, luogo in cui – specialmente per le ridotte dimensioni della struttura – sarebbe auspicabile la massima visibilità possibile così da dare agli automobilisti la possibilità di capire quando e se dare la precedenza ai veicoli che stanno per incrociare.

Ecco perché l’opera è fuori posto: sta in un posto dove non dovrebbe stare alcun impedimento alla vista (men che meno una cosa che l’automobilista non può apprezzare perché deve concentrarsi sulla guida e non sul paesaggio). Il problema dell’arredo urbano: ci sono opere d’arte che fanno arredo, molto belle o meno belle ma comunque decorano e qualche volta abbelliscono il luogo in cui sono collocate. Ma questa struttura assimilabile a un mancato parallelepipedo arredo non fa e nemmeno è fruibile o godibile dal passante perché l’automobilista non può osservarla e il passante lì non passa in quanto la rotonda in questione non è luogo di aggregazione o di passaggio di persone che “vadano a piedi”. Nessuno si sognerebbe di fare un picnic in quel punto e nemmeno di passarci qualche tempo passeggiando (non ci sono strutture aggregative o sociali, nemmeno un parco o una panchina). In più ci si mette l’estetica che recalcitra e si pone di traverso: immaginate un disegno dalle linee curve (la rotonda e le sue bretelle di collegamento) su cui venga innestato un quasi parallelepipedo dall’aspetto direi di non compiuto. Ecco, l’opera -che potrebbe essere bella e fruibile altrove- qui sta bene come un carciofo in mezzo a un mazzo di rose. Ma l’opera è anche brutta come arredo urbano, nella sua infelice collocazione sembra una enorme lavastoviglie rotta abbandonata sul prato, segno inequivocabile di degrado. Ma è possibile che sia stata posta lì proprio per rappresentare il degrado? Se così fosse sarebbe anche peggio in quanto il manufatto sembra ricordare a chi abita nei dintorni (che è anche chi può vedere e contemplare realmente l’opera) che la zona è degradata e che magari non c’è nulla fare. Siamo immersi nel degrado e per ricordarcelo ogni mattina vediamo un rifiuto urbano, una cosa che somiglia a una lavatrice rotta o a un rudere terremotato, che ci grida di continuo tutto il degrado che ci circonda. Forse era meglio posizionare l’opera in un museo, dove poteva essere goduta meglio e non avrebbe dato fastidio alla circolazione stradale.

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